Sabato 10 novembre all ore 19.00 presso il Museo Civico di Bari si terrà la presentazione di CillaCilla di Maria Moramarco.
Interverranno: Maria Moramarco (voce), Luigi Bolognese (chitarra), Alessandro Pipino (fisarmonica, organetto), Adolfo La Volpe (oud, chitarra portoghese), Erika Maiullari (violoncello)
CillaCilla è stato realizzato grazie al sostegno di: Puglia Sounds, Regione Puglia, FSC, Unione Europea, Teatro Pubblico Pugliese, Piiil Cultura, Suoni della Murgia
Se Uaragniaun è un progetto musicale per raccontare le ancestrali storie del popolo della civiltà contadina pugliese, Maria Moramarco è il cuore del progetto: è la ricerca e la voce. Una voce cristallina e potente, figlia naturale degli antichi cantori e cantatrici che hanno tramandato la tradizione orale nelle contrade murgiane e della Puglia, terra meridiana, di confine, con le vicine civiltà mediterranee. Con il chitarrista Luigi Bolognese e il percussionista Silvio Teot, il trio altamurano percorre dal 1978 un lungo percorso di rivisitazione di un immenso patrimonio di canti e musiche della tradizione immateriale. Repertori mai esplorati vengono alla luce e il progetto Uaragniaun si propone di rivitalizzare, attraverso una lettura critica, i canti inediti della musica popolare pugliese e, in particolare, della Murgia barese.
Cillacilla è il capoverso di una cantilena che ritmava saltelli eseguiti in coppia a braccia incrociate. Canzoncine, rime e filastrocche accompagnavano i giochi dei bambini nella civiltà contadina e pastorale.
Tra il materiale di tradizione da me raccolto ad Altamura a partire dalla metà degli anni settanta, ne ho ritrovato diversi esempi che insieme creano un piccolo affresco di memoria relativo al mondo dell’infanzia di quel tempo. Un affresco variegato, delicato, fatto di immagini divertenti, paradossali,leggere ,ma anche di temi cupi, dove questo affresco assume tinte fosche ,quando esprime una infanzia di breve durata , presto negata e affogata nella miseria e nella povertà di molti.
Parte di questo materiale appartiene anche alla mia diretta memoria e al mio vissuto, con alcune di queste filastrocche ho personalmente giocato e suppongo molti/e dei miei coetanei ne conservano il ricordo.
Questo lavoro è rivolto principalmente ai bambini di oggi, ma anche agli adulti che hanno visto scomparire questo mondo contadino schiacciato dall’irrompere della civiltà industriale e a quelli che lo hanno voluto dimenticare.
Per l’esperienza di docenza fatta in tutti gli ordini di scuola ho speranza che lo si possa utilizzare a scopo didattico per non dimenticare la nostra storia e che si possa preservarne un interno legame salvandone sia gli aspetti più positivi sia il dialetto attraverso cui si esprime, valorizzando la ricchezza di fonemi di cui esso è costituito.
Ingresso libero, fino ad esaurimento posti.