FIERE di Filippo Riniolo a cura di Claudia Attimonelli

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dal 5 dicembre al 7 gennaio 2024 al Museo Civico di Bari
Per la prima volta a Bari!
Promossa da Comune di Bari
in collaborazione con Archivio di Genere Carla Lonzi, Traffic Gallery

Inaugurazione al Museo Civico di Bari, martedì 5 dicembre, ore 18.30 della mostra personale dell’artista Filippo Riniolo “FIERE”. La mostra resterà aperta fino al 7 gennaio 2024

Il Museo Civico ospita la prima personale di Filippo Riniolo a Bari, artista visivo meneghino di base a Roma, dal titolo Fierea cura di Claudia Attimonelli, in cui saranno esposte le icone di donne filosofe del XX Secolo e gli acquerelli della serie Eleison.

La mostra, promossa dal Comune di Bari, nasce dalla collaborazione tra il Museo Civico e Claudia Attimonelli, curatrice della mostra, con il supporto di Traffic Gallery e dell’Archivio di Genere Carla Lonzi. L’inaugurazione avra  luogo martedì 5 dicembre alle ore 18.30 per la stampa e per le istituzioni e sarà aperta al pubblico da mercoledì  6 dicembrefino a domenica 7 gennaio. Per l’occasione sara presentato il 15° catalogo dei “Documenti del Museo” edito da Mario Adda Editore.

Filippo Riniolo (1986), giovane artista meneghino ma romano d’adozione, lavora da qualche anno sul tema dell’icona come mezzo di rappresentazione pittorica, utilizzando l’antica tecnica bizantina appresa durante una residenza artistica ad Istanbul di 4 mesi, e consistente nell’uso della tempera all’uovo e delle foglie d’oro applicate con la pietra d’agata su tavole di legno. Le opere delle donne filosofe, esposte per la prima volta a Torino nel 2022 e poi a Bergamo nel 2023, giungono a Bari, accolte tra le sale piu  evocative del Museo Civico.

Le Dieci Filosofe del XX Secolo mettono in scena tutti i livelli di senso che attribuiamo al significato di icona connettendoli, infine, con le questioni di genere. Chiamiamo, infatti, icona tanto un’immagine sacra quanto la piccola immagine sul desktop del computer indicante il file associato, ma l’icona e  anche una figura celebre per virtu  e qualita  che la societa  le riconosce. Le icone di Riniolo sacralizzano alcune donne che nel corso del ‘900 hanno dato vita a pensieri profondi, capaci di mutare le dinamiche della societa  in senso politico, antropologico, culturale, esistenziale, femminista e sociale, ma che molto spesso non sono state considerate per il ruolo che hanno rivestito.

Le opere in mostra rappresentano Angela Davis, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, Simone Weil, Donna Haraway, Edith Stein, Naomi Klein, Carla Lonzi, Rosa Luxembrug e Judith Butler.  L’aureola che sormonta il loro volto indefinito – proprio perche  in esso possa riconoscersi qualsiasi donna contemporanea – le ipostatizza, cioe  le individua come realta  di per se , attingendo abilmente, grazie alla sensibilita  dell’artista, sia all’estetica pop che alla tradizione sacra.

Accanto a questa serie, in un altro ambiente del Museo Civico saranno esposti dieci acquerelli inediti realizzati da Riniolo appositamente per la mostra barese e intitolati Eleison – nelle parole dell’artista: “l’amore viscerale e intimo che una madre prova per il proprio figlio”. Complementari alle icone delle filosofe, questi dipinti ritraggono donne migranti in fuga da luoghi di guerra in tutta Europa e nel mondo, accarezzate da tonalita  delicate dell’azzurro e dell’oro con la propria creatura in braccio, esse sono collegate alle filosofe dalla stessa aureola che le rende, appunto, Fiere. 

Le madri migranti di Filippo Riniolo, novelle madonne rinascimentali, provengono da Gaza, da Irpin, dall’Himalaya, dal Pakistan, e ci guardano, un corpo unico, indiviso nell’abbraccio materno, con l’auspicio che ai nostri occhi non siano piu  considerate come mere immagini nel flusso televisivo o della rete, ma divengano anch’esse simboli in carne ed ossa, icone dell’aspetto tragico del nostro tempo.

Il catalogo “Documenti del Museo”, edito da Mario Adda Editore, ormai giunto alla sua 15° edizione, raccoglie tutte le opere in esposizionee, ed e  arricchito dai contributi di diverse componenti dell’Archivio di Genere Carla Lonzi e dell’Universita  Aldo Moro di Bari, insieme a voci del pensiero culturale transfemminista e intersezionale, tra cui Elia Agresta, Claudia Attimonelli, Patrizia Calefato, Fabiana De Benedictis, Martina Facincani, Marianna Fumai, Micaela Paparella, Carla Petrocelli, Vincenzo V. Susca e lo stesso Filippo Riniolo.

Si ringrazia per la concessione delle opere la Traffic Gallery di Bergamo e il suo direttore Roberto Ratti.

La mostra seguirà gli orari del museo, dal martedì  al sabato dalle 9.30 alla 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30; domenica dalle 9.30 alle 13.30.

Il biglietto d’ingresso al museo (intero 5.00€, ridotto 3.00€) comprende la visita alla mostra. Mentre le prenotazioni sono necessarie solo per i gruppi superiori a 10 visitatori.

Filippo Riniolo

Nato a Milano nel 1986, vive e lavora a Roma dove si e  laureato nel 2011 all’Accademia di Belle Arti con una tesi sull’impatto della finanziarizzazione sull’arte contemporanea. La sua ricerca esplora temi poetici, politici, sociali, storici e ovviamente attuali in coniugazione con le radici e il passato. Nelle sue aree di interesse ci sono la relazione tra corpo e potere, la diversita  sessuale, temi di genere e post-coloniali.

Inoltre la sua ricerca si occupa della relazione tra l’identita  dell’artista e la storia europea. Spesso le sue opere utilizzano elementi di cultura greca e latina per poter rileggere il presente. Il suo lavoro si basa sulla convinzione per cui un artista europeo deve essere in grado di usare tutto l’enorme peso della storia che ha alle spalle. Filosofia, filologia, religione sono elementi utilizzati per comprendere cio  che sta accadendo intorno a noi, con un approccio fortemente scandito e innervato dalle nuove tecnologie.

Nei suoi strumenti di ricerca ci sono installazione, performance, suono e video, a volte la pittura oppure pale d’altare e pezzi di marmo… Dipende ovviamente dal messaggio e dall’area di indagine. L’uso di sostanze chimiche o il recupero di tecniche antiche sono parte dell’approccio evolutivo che l’artista ha con la storia. Numerose le mostre personali, tra le quali “fiere” a Torino e “A crow Upside Down” a Roma nel 2023, “Selezioni” a Roma nel Museo MAXXI nel 2021 “dell’eroina e dell’incenso” a Traffic Gallery a Bergamo nel 2020, “se tu li guardi bene e li ascolti” a Spazio44 nel 2018, “Loro” a Casavuota (Rm) nel 2017, “A jouful sens at work” per il Salone del mobile di Milano nel 2016, “Invisible hand” presso MauMau Gallery di Istanbul, conclusione di una residenza d’artista nel 2015, “La sua presenza” a Sponge Arteconteporanea (Pergola) nel 2014, “LifeLong learning” al Museo CIAC di Genazzano nel 2012.

Fra le mostre collettive: “Matera alberga – arte accogliente” curata da F. Cascino nel 2019; Connexion Festival, al museo Macro Testaccio (Roma) nel 2019, “Kizart” al museo MAXXI (Roma) curata da R. Frascarelli di Nomas Foudation nel 2018, “Memoria collettiva” a CasaSpazio (Palermo) collaterale di Manifesta12 nel 2018, nel 2014 “Ginnastica della visione” alla Bienal del Fin del Mundo (Mar del Plata, Argentina), “BIO50 }Hotel” alla 24° Biennale del Design (Ljubljana, Slovenia) e il festival “Seminaria sogni in terra” (Maranola); nel 2013 “Azione! seconda” a The Others Art Fair (Torino) e “Così  vanno le cose” ad ArtVerona (Verona); nel 2012 “INTELLe GO” al Museo Bilotti (Roma), “Open#4” al SaleDock (Venezia) e Premio Roma Centro Storico (Roma).